10 aprile 2018 ore 16,30
SEZIONE DI STORIA, LETTERE E ARTI
prof.ssa Lidia Righi Guerzoni
Un copioso carteggio rinvenuto nell’archivio della nobile famiglia Forni, ambientato in Austria e in Persia tra il 1850 e il 1858, presenta molte coinvolgenti singolarità. Ne è protagonista il conte ungherese Fedor Karascay (1787-1859), colonnello dell’esercito austriaco ed esperto cartografo, già ciambellano e aiutante di campo per un decennio dell’arciduca Massimiliano d’Austria d’Este fratello del duca Francesco IV, pertanto legato sul filo della memoria alla corte di Modena e ad alcuni gentiluomini. Dovette aver qui conosciuto anche il conte Luigi Forni, colonnello, maggiordomo e aiutante di campo di Francesco V, cui indirizza ogni lettera facendo peraltro leva su di lui per richieste di sovvenzioni al duca e a Massimiliano. Karascay infatti dal 1850 è esiliato da Vienna in quanto sospettato, a suo dire ingiustamente, di avere partecipato alla rivoluzione ungherese del 1848: è costretto a dimorare benché libero nella fortezza di Koniggratz e dopo il condono, essendogli proibito il soggiorno a Vienna, sceglie di risiedere nei dintorni di Brunn, la località famosa soprattutto per la fortezza dello Spielberg, pochi anni prima visitata e descritta da Forni stesso. Assai più coinvolgente è il suo carteggio da Teheran dove si trasferisce in quanto assunto in qualità di ufficiale cartografo, ispettore delle fortificazioni e istruttore nella scuola del Genio. Descrive infatti il piacevole ambiente di vita, ma anche la situazione socio-amministrativa alquanto caotica della Persia e soprattutto, tramite la moglie invitata a corte, il fascino esotico del palazzo dello scià, con l’harem della regina madre e il ricchissimo trono d’oro tempestato di pietre preziose.