Venerdì 16 settembre ore 15.00 – 21.00
Sabato 17 settembre ore 15.00 – 21.00
Domenica 18 settembre ore 15.00 – 21.00
MOSTRA ALLESTITA NELLE SALE DELL'ACCADEMIA
Severità e mitezza: contro la tortura
Tra Seneca e Beccaria
Curatori: Giorgio Pighi, Licia Beggi Miani
Con la collaborazione di: Salvatore Puliatti, Donata Ghermandi
Con il contributo di: Eugenio Caregnato
A cura di: Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Modena
Presentazione: venerdì 16 settembre ore 18.00
Il dolore fisico della tortura e delle pene corporali prende commiato dal diritto penale, fra resistenze e ridimensionamenti, a partire dalla seconda parte del Settecento. La mostra, con un percorso cronologico di testi antichi e uno tematico di gride modenesi, materiali dell’Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti, richiama il brocardo del De clementia di Seneca, scelto da Cesare Beccaria per l’antiporta del suo Dei delitti e delle pene, e guarda ai giorni nostri, all’art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che vieta la tortura e i trattamenti inumani e degradanti per contrastare gli abusi di autorità.
La ripresa dell’opera che Seneca dedicò al giovane Nerone rimarca la forza della severità quando sia parte di un generale quadro di mitezza: «gravior multo poena videtur quae a miti viro constituitur - sembra molto più grave quella pena che è decisa da un uomo mite». Con Beccaria il processo mite, rifiutando la tortura, affida interamente il sistema penale al diritto e lo sottrae alla forza bruta: «Quale è dunque quel diritto, se non quello della forza, che dia la podestà ad un Giudice di dare una pena ad un Cittadino, mentre si dubita se sia reo, o innocente?».
Le gride modenesi evidenziano che la tortura per ottenere la confessione fa tutt’uno con le pene corporali, supplizi come condanna, sempre più pesanti e infamanti più gravi sono i crimini.
La ricerca di giustificazione al patimento fisico per accertare i fatti e in conseguenza dei crimini commessi, nel quadro del contratto sociale, diventa tema centrale a partire dal Cinquecento. Secondo Thomas Hobbes, Il Leviatano, «Auctoritas non veritas facit legem – l’autorità, non la verità, fa la legge» mentre secondo John Locke, Lettera sulla tolleranza, invece, il reo deve subire «un castigo che consiste nella privazione o diminuzione di quei beni dei quali avrebbe potuto o dovuto godere».
La riflessione umanizzante del modenese Giovanni Battista Scanaroli nel De visitatione carceratorum (1655), già un secolo prima del Beccaria, è consapevole dell’incongruenza della tortura come mezzo per ottenere confessioni. I tempi, non maturi per abbandonarla, suggeriscono di limitarne presupposti, durata, reiterazione. L’opera, attenta ai temi morali, coglie pienamente l’approfittare della debolezza umana di fonte al dolore insopportabile: «torquemus hominem extorquemus veritatem - torturiamo un uomo, strappiamo la verità» (?).
Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Modena, nata nel 1684 come Accademia dei Dissonanti, oggi l’ente si propone di divulgare temi letterari, scientifici e giuridici di interesse nazionale e internazionale attraverso le proprie pubblicazioni, le sedute di studio e la fruizione del patrimonio librario e archivistico della biblioteca accademica.
Tel. 059 225566 | info@accademiasla-mo.it | www.accademiasla-mo.it
Orari durante il festivalfilosofia:
Venerdì 16 settembre ore 15.00 – 21.00
Sabato 17 settembre ore 15.00 – 21.00
Domenica 18 settembre ore 15.00 – 21.00
Dopo il festival la mostra sarà visitabile fino al 30 settembre 2022 con prenotazione obbligatoria anticipata di almeno un giorno lavorativo constestualmente all'invio per posta elettronica del documento di identità valido.
Dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 16.00
Prenotazione: info@accademiasla-mo.it
Programma completo FESTIVALFILOSOFIA 2022