26/03/2014 26 marzo 2014, ore 16.00
In collaborazione con l'Archivio di Stato di Modena
a cura di Rosa Lupoli
"Con la nascita dell'Inquisizione romana (1542) si dovette ripensare l'impalcatura ideologica su cui fondare la lotta antiereticale e, poichè i manuali medievali non si adattavano più a tale funzione, in assenza di una raccolta ufficiale delle norme da osservarsi in giudizio, si ripensò la procedura che potesse essere concretamente utilizzata nella normale prassi forense, però solo alcune opere, nel grande florilegio che ne sortì, si imposero con autorevolezza e diffusero un diritto giudiziario comune a tutte le corti inquisitoriali. Le impostazioni processuali descritte in questi manuali determinarono in breve il funzionamento dell'intero assetto giudiziario dell'Inquisizione e le opere stesse si codificarono come un genere letterario; erano per lo più scritte da Inquisitori che spiegavano i compiti e le figure dell'Istituzione, le basi dottrinali dell'ortodossia cattolica che essi erano chiamati a difendere, i problemi legati allo svolgimento pratico del loro compito.Con la soppressione delle sedi dei tribunali periferici dell'Inquisizione, in virtù dell'iniziativa dei Sovrani dei vari Stati italiani, ne fu sancita la fine e mentre per molte sedi si attuò la dispersione dei materiali e dei prodotti di quell'attività, invece, le vicende storiche modenesi, hanno determinato una loro provvidenziale concentrazione nell'Archivio di Stato, tale da farci acquisire una conoscenza completa del fenomeno storico dell'Inquisizione."