28 settembre 2017 ore 16.30
Sezione di Storia, Lettere e Arti
Sala dei Presidenti
prof.ssa Lidia Righi Guerzoni
Con testamento del 3 giugno 1803 il marchese Tomaso Obizzi lasciava in eredità al duca di Modena Ercole III d’Este i suoi ingentissimi beni, tra cui la sontuosa villa-castello cinquecentesca del Cataio vicino a Battaglia, a poca distanza da Padova. Famosa e celebrata per la sua mole maestosa, per il ciclo di affreschi di Giovan Battista Zelotti, per i giardini e il vasto parco, la villa-castello custodiva inoltre ricchissime collezioni di numismatica, di archeologia, d’arte, nonché una pregiata armeria e una biblioteca con opere rare. Con la morte pochi mesi dopo del duca Ercole, tramite complessi passaggi ereditari tra i suoi discendenti il Cataio perveniva al duca Francesco IV d’Austria d’Este. L’amenità del paesaggio euganeo, la bellezza della delizia e la sua ubicazione, tale da agevolare viaggi ad ampio raggio nel settentrione e a Vienna, ne facevano il sito ideale per le ducali villeggiature. Esenti dagli obblighi ufficiali di corte, il sovrano e la consorte Maria Beatrice Vittoria di Savoia vi trascorrevano giorni felici con i figli, partecipando ai loro divertimenti. Lo narra con toni commossi la primogenita Maria Teresa nel manoscritto delle sue Memorie, descrivendo tra l’altro le passeggiate nel parco in braccio ai genitori e in groppa agli asinelli, accompagnati passo per passo da loro quasi ritornati bambini. Ricorda inoltre l’animazione al Cataio all’arrivo dei parenti di casa d’Asburgo Este e Savoia e di altri illustri ospiti, tra cui gli imperatori Francesco I d’Austria e Ferdinando I con la moglie Marianna sorella della duchessa. Quest’ultima visita si ammanta di toni fiabeschi per la fastosa illuminazione, i fuochi d’artificio e il concerto del giovane Liszt. Ma la stagione aurea del Cataio va tramontando con la morte della duchessa (1840) e sei anni dopo di Francesco IV. Il figlio Francesco V frequenta più raramente la delizia, pur conservando nel cuore il ricordo del passato. Secondo una fonte documentaria finora inedita, durante una sua assenza vi compie una frettolosa visita l’imperatore Francesco Giuseppe d’Asburgo (19 dicembre 1856) reduce dalle manovre militari di Rovigo. Scorrendo la relazione dell’ispettore Camurri, si apprende che Sua Maestà è avvinto dalla bellezza del contesto e delle collezioni, s’informa curiosamente sulle stanze da letto di ciascun duca, passeggia brevemente nel parco, ma è costretto ad abbreviare la visita per l’urgenza di raggiungere Padova. Durante la seconda guerra d’Indipendenza, al Cataio alloggiano a turno alcune guardie d’onore modenesi e il duca stesso impegnato nel conflitto; nonostante questo frangente il fascino della delizia, meta quotidiana di visitatori, permane intatto.
La S.V. è invitata
Il Presidente della Sezione
prof.ssa Licia Beggi Miani