Venerdì 17 novembre 2023
ore 16.30
Sala dei Presidenti
REGISTRAZIONE DELLA CONFERENZA
Sezione di
Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali
Annalisa Ferretti
Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche
Università di Modena e Reggio Emilia
Una delle principali conquiste della geologia nel XVIII secolo è stata la conquista del tempo. Il riconoscimento che le rocce potevano essere più antiche di quanto si pensasse in precedenza e che esisteva un ordine che regolava la loro deposizione cambiò radicalmente la prospettiva della stratigrafia. I processi geologici rivelarono finalmente di racchiudere al loro interno un'enorme vastità di tempo, che doveva essere inquadrato in una scala. Inevitabilmente, l'attenzione si spostò sul criterio con cui identificare e correlare le successioni di strati in tutto il mondo. Il più immediato fu quello di porre l'accento sulle principali discontinuità direttamente leggibili sul terreno e le caratteristiche litologiche furono presto applicate per discriminare le “fette temporali” più rilevanti.
Tuttavia, mentre si scopriva che la Terra era sempre più vecchia, divenne evidente che le rocce erano pullulate da una miriade di eventi, che erano i più affidabili per organizzare nel tempo le sequenze di strati. Anche con un approccio biologico, si discusse su come affrontare la divisione del tempo e se le discontinuità (catastrofismo) o le continuità (uniformismo) dovessero essere la regola nel “tagliare il tempo a fette”. Il dibattito si estese alla selezione della migliore combinazione di fossili (comparsa, scomparsa, areale, abbondanza, ecc.) e distribuzione geografica che potesse davvero riflettere una frazione di tempo. In ogni caso, una suddivisione basata su fossili non era in grado di corrispondere perfettamente a una suddivisione cronologica, e solo la scoperta della radioattività e l'applicazione della datazione radiometrica permisero di dare numeri precisi alla scala geologica e di creare una cornice rigida con suddivisioni temporali orizzontali.
Tuttavia, mentre si scopriva che la Terra era sempre più vecchia, divenne evidente che le rocce erano pullulate da una miriade di eventi, che erano i più affidabili per organizzare nel tempo le sequenze di strati. Anche con un approccio biologico, si discusse su come affrontare la divisione del tempo e se le discontinuità (catastrofismo) o le continuità (uniformismo) dovessero essere la regola nel “tagliare il tempo a fette”. Il dibattito si estese alla selezione della migliore combinazione di fossili (comparsa, scomparsa, areale, abbondanza, ecc.) e distribuzione geografica che potesse davvero riflettere una frazione di tempo. In ogni caso, una suddivisione basata su fossili non era in grado di corrispondere perfettamente a una suddivisione cronologica, e solo la scoperta della radioattività e l'applicazione della datazione radiometrica permisero di dare numeri precisi alla scala geologica e di creare una cornice rigida con suddivisioni temporali orizzontali.