Mercoledì 6 marzo 2019
ore 16,00
SEZIONE DI STORIA, LETTERE E ARTI
Sala dei Presidenti
Donata Ghermandi
Liceo Classico – Linguistico Muratori – San Carlo
Figlie di Zeus e di Mnemosine (la memoria) le nove Muse con il loro canto alleviano i tormenti dei mortali. Celebrano ciò che è stato, ma anche ciò che è e ciò che sarà. A ciascuna di loro è dedicata un’arte ed il poeta le invoca per trovare ispirazione e forza per l’opera che sta per comporre.
Nel passaggio dalla letteratura greca e latina a quella italiana, le Muse perdono l’originale connotazione religiosa e diventando presenze convenzionali, parte di una tradizione illustre: Dante, discepolo di Virgilio, ancora chiede il loro aiuto, lo fanno, pur con varianti degne di nota, Ariosto e Tasso e Foscolo, nel carme Dei sepolcri, rinnova solennemente il mito antico.
Dalla metà dell’Ottocento in poi però, in Francia e, in seguito, in Italia, il volto della Musa cambia, i versi che a lei si rivolgono sono meno frequenti ma anche meno scontati: nella letteratura moderna e contemporanea, l’aspetto insolito della Musa e il suo ruolo possono indicarci la direzione in cui la poesia sta mutando, e, con la poesia, la posizione che il poeta si attribuisce nel mondo.
Nel passaggio dalla letteratura greca e latina a quella italiana, le Muse perdono l’originale connotazione religiosa e diventando presenze convenzionali, parte di una tradizione illustre: Dante, discepolo di Virgilio, ancora chiede il loro aiuto, lo fanno, pur con varianti degne di nota, Ariosto e Tasso e Foscolo, nel carme Dei sepolcri, rinnova solennemente il mito antico.
Dalla metà dell’Ottocento in poi però, in Francia e, in seguito, in Italia, il volto della Musa cambia, i versi che a lei si rivolgono sono meno frequenti ma anche meno scontati: nella letteratura moderna e contemporanea, l’aspetto insolito della Musa e il suo ruolo possono indicarci la direzione in cui la poesia sta mutando, e, con la poesia, la posizione che il poeta si attribuisce nel mondo.