05 ottobre 2016 ore 16,30
Sezione di Storia, Lettere e Arti
Sala dei Presidenti
conversazione di Sandro Pipino
introduzione di Emilio Montessori
Per definizione il ritratto è la rappresentazione di una singola persona della quale si ricercano la somiglianza dei tratti fisici e, attraverso questi, l’individuazione del carattere morale -intendendo per morale ciò che attiene alla personalità del soggetto -.
Già il termine stesso “ritratto” ci induce a cogliere, nel modo di operare di colui che si pone davanti ad una persona per ritrarla, un fare finalizzato alla “riproduzione” del “vero”, perché l’immagine che ne deriva, dipinta o scolpita che sia, esige un certo grado di somiglianza del soggetto reale. Questo implica inevitabilmente una riflessione sull’arte intesa come imitazione della natura e ci spinge ad addentrarci nella complessa tematica dell’imitazione, appunto, per distinguere ciò che è vero da ciò che è verosimile.
Insomma, “imitare” e “ritrarre” sono modi di porsi davanti al soggetto del tutto diversi, e a dimostrarlo è la storia dell’arte e, nello specifico, l’evoluzione della ritrattistica. È per questo che da sempre, ogniqualvolta mi appresto ad eseguire un ritratto, mi domando fino a qual punto il mio operare deve essere condizionato dalla rassomiglianza; come e fin dove mi è lecito discostarmene per idealizzare il personaggio che ritraggo, attenuandone i difetti o enfatizzandoli fin quasi alla caricatura; se devo compiacere il committente “abbellendo” oppure lasciarmi attrarre da quelle “imperfezioni” estetiche che danno carattere e personalità al soggetto. Sono domande che ogni ritrattista si pone e alle quali non do mai una risposta definitiva perché so che, in un certo senso, ogni ritratto risolve a suo modo il problema.
Sandro Pipino
La S.V. è invitata
Il Presidente della Sezione
arch. Emilio Montessori